Per molto meno ci siamo indignati.
Per molto meno ci siamo arrabbiati.
Per molto meno siamo scesi in piazza.
Ci siamo velocemente abituati ad ascoltare Polemos dalla voce piena di rancore ed acredine. A vedere Ares sguainare la spada ed Eris passeggiare tra i campi insanguinati. Ora, migliaia di persone sono sradicate da casa, bombardate e sacrificate per un lembo di terra. E noi, fortunati, qui a pensare ai nostri piccoli dilemmi: il traffico che non scorre, la prossima vacanza, l'investimento per la vecchiaia.
Il futuro ci giudica, già ora.
E intanto chiediamo ad Alexa di scegliere una canzone per noi.
E intanto chiediamo a Siri di inventarne un’altra con la voce di John Lennon e l’accompagnamento del gruppo che ci racconti di come il mondo potrebbe essere bello, dei figli dei fiori, della pace e dell’amore.
E intanto abbiamo smesso di sognare.
Stiamo semplicemente rinunciando a scegliere il nostro presente e a prenderci cura del nostro futuro. Così in musica.
Ora, più che mai, è ovunque; ora, più che mai, è democratica; ora più che mai è divenuta insensata e insipida, la nostra cara musica. Ci vendono minestre riscaldate dall’intelligenza artificiale, oppure rovistano nelle soffitte polverose alla ricerca di freschezza e autenticità.
Eppure, potremmo essere protagonisti, almeno nelle piccole cose.
Eppure, la musica potrebbe essere catartica, partecipativa, collettiva, sociale.
Una marmellata di improvvisazione potrebbe essere un tonico energizzante per il grigiore dei tempi!
Se vuoi essere anche tu parte dell’orchestra del Titanic. Se pensi che un momento di bellezza valga più di ogni gesto di indignazione, sei il benvenuto!
Festeggiamo sonoramente!
Chiunque è benvenuto!
Ps. Piccolo aggiornamento: È disponibile la registrazione dell'ultimo solstizio! Buon ascolto!
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