Musica in ogni dove.
Che sia per strada, di
corsa, in palestra, a scuola, a lavoro. Ovunque ci accompagna. Quasi
ci perseguita.
Musica privata.
Che sia nel palmare, nel
telefono, alla radio, in streaming è sempre la nostra. Come una
maledizione, non ce ne possiamo liberare, nemmeno regalarla o
lasciarla in eredità possiamo. Ci porteremo nella tomba le nostre playlist
composte da una accozzaglia di preferenze (like or not) come se il
discorso musicale possa ridursi a una questione di gusto personale.
Musica astratta.
I brani sono accessibili
in ogni momento quando ne abbiamo bisogno, come se fosse una medicina
o una droga. Immateriale e raramente suonata. Questa musica che ci
appesta è solo un timido ricordo della materialità e della
ritualità da cui si genera.
Musica per dopparsi,
dunque, per incitare e sopportare l'isolamento; musica per perdere la
capacità di stare insieme, di socializzare. Così silenziosi
passeggiamo o sostiamo evitando di rivolgere parola a chicchessia,
protetti dalle nostre cuffiette.
Eppure la musica deve
avere un luogo in cui si genera. Un luogo e un tempo in cui nasce.
Quel istante, quello in
cui accade, è puro brivido: timore del vuoto di fronte
all'effimero di cui la musica è figlia. Ed ecco che se ci mettessimo alla prova, improvvisando, jammando, saremmo come cosmonauti che si
lanciano dalle immense altitudini dell'orizzonte per atterrare
planando sulla terra solida e certa. Eppure, sebbene sempre soli siamo, nel volo, non saremmo isolati, ma in stretta
vicinanza ad altri che condividono il folle gesto, ascoltando, sfiorando, attendendo.
Ecco allora il nuovo
invito alla festa della musica, alla jam aperta, alla partecipazione
del fare, come correttivo del passivo ascoltare.
Pronti a lanciarvi nel vuoto, senza rete di protezione e potendovi affidare solamente al vostro istinto ed ascolto? La marmellata si sta per aprire, accorrete! ...... VIA!!!
Domenica, 21 dicembre
2014. Dalle ore 17 alle 21. Presso il laboratorio Mestica
Artigianale. Jam aperta!
Chiunque è invitato,
anche tu!
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